Billy Gates |
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| Questo solitario colle (è la collina chiamata monte Tabor che si raggiunge attraverso il parco di casa Leopardi) mi è stato sempre caro, insieme con questa siepe di alberi che nasconde allo sguardo una così grande parte dell’orizzonte più lontano. Ma sedendo (dietro la siepe) e immaginando col pensiero [mirando] io mi costruisco nella mia mente spazi illimitati, che vanno oltre la siepe, silenzi sconosciuti agli uomini e una quiete profondissima, tanto che, davanti a questo infinito provo sgomento. Non appena, però, sento il fruscio del vento che passa tra le piante, io paragono l’infinito silenzioso di prima a questo rumore: e così penso al tempo infinito, all’eternità che racchiude i tempi passati e la vita presente, di cui mi arrivano le voci e i rumori. Così, in questa immensità formata dall’infinito dello spazio e dall’infinito del tempo, si annega il mio pensiero. E il naufragare, l’annientarmi in questo mare, mi è dolce.
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